Uomini e Storie di Gardone Val Trompia
Gardone Val Trompia ha visto nascere e transitare figure che hanno lasciato un segno profondo nella storia locale e nazionale. Dai grandi innovatori dell’industria armiera ai protagonisti della cultura e della politica, questo territorio ha dato voce a menti illuminate che ancora oggi raccontano l’identità viva della valle.
Giuseppe Zanardelli (1826–1903)
Originario di una famiglia di Collio, fu protagonista del Risorgimento e figura chiave della Sinistra storica. Deputato dal 1860, fu Ministro della Giustizia e Presidente del Consiglio. Redasse il “Codice Zanardelli”, che abolì la pena di morte. Fu eletto nel collegio di Gardone Val Trompia, che rappresentò con costanza in Parlamento.Originario da famiglia di Collio, fu un importante esponente della Sinistra storica e protagonista del Risorgimento italiano. Partecipò ai Moti del 1848 e alle Dieci giornate di Brescia. Dopo l’esilio, tornò nel 1859 e fu eletto deputato nel collegio di Gardone Val Trompia, restando in Parlamento fino alla morte. Ricoprì numerosi incarichi, tra cui Ministro della Giustizia, autore del Codice Zanardelli (che abolì la pena di morte), e Presidente del Consiglio dal 1901 al 1903. Avversario del trasformismo, fu tra i fondatori della corrente democratica detta Pentarchia. Ebbe un ruolo fondamentale nella modernizzazione dello Stato e nella nascita dell’età giolittiana.
Pier Giuseppe Beretta (1791–1853)
Fondatore dell’azienda Beretta in forma moderna, diede impulso allo sviluppo dell’industria armiera gardonese. Sotto la sua guida, l’attività artigianale si trasformò in un’impresa strutturata, avviando una dinastia che avrebbe reso il nome Beretta celebre nel mondo. Erede della dinastia armiera gardonese, e a Gardone nel 1906 e alla morte del padre Pietro (1957) divenne presidente di quella che è ormai diventata la più famosa fabbrica d’armi del mondo. Presidente per anni dell’Associazione Industriali Bresciani, Vice Presidente del Credito Agrario Bresciano e di molte altre società, ha diretto per anni la Deputazione del Teatro Grande di Brescia, efficace testimonianza del suo amore per la musica. Fu nominato Cavaliere del Lavoro nel giugno del 1969.
Pietro Beretta (1870–1957)
Erede dell’impresa familiare, fu determinante nella modernizzazione e nell'espansione industriale dell'azienda, contribuendo a farla diventare una delle realtà armigere più importanti a livello internazionale. Dopo aver conosciuto e studiato all’estero i più moderni sistemi di lavorazione delle armi ed ogni possibile innovazione tecnica del tempo, Pietro Beretta (Gardone, 1870 - 1957) nel 1903 assunse la direzione della Fabbrica d’armi gardonese, riorganizzandola, portandola alla produzione di una larga gamma d' armi da caccia e guidandone una progressiva espansione, specie negli anni della prima guerra mondiale.Nell’aprile del 1922 fu nominato Cavaliere del Lavoro. Componente della Commissione internazionale sui Banchi di Prova e di altri organismi, fu appassionato e campione di tiro.
Crescenzio Baiguera (1822–1860)
Operaio gardonese, partecipò con coraggio all'impresa dei Mille di Garibaldi. Ferito a Calatafimi, morì poco dopo in Sicilia. È ricordato come uno dei due tromplini che presero parte a quella missione storica.
Giovanni Battista Gardoncini (1895–1944)
Comandante partigiano durante la Resistenza, guidò la Seconda Divisione Garibaldi. Catturato e fucilato dai nazifascisti, fu insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. Vecchio combattente, animato da uno spirito patriottico, raggiungeva le montagne della Valle di Lanzo sin dall’inizio della lotta clandestina e vi riuniva i primi partigiani. Con la sua instancabile attività, costituiva un numero sempre maggiore di formazioni sicure, aggressive e successivamente le inquadrava in una agguerrita divisione che portava al successo in molteplici, aspri combattimenti. Comandante capace, benvoluto, energico, risoluto era di fulgido esempio e di costante stimolo per tutti i suoi uomini, per il suo leggendario valore personale e per la sua costante presenza ove maggiore era il pericolo e la necessità di un conforto. Catturato in un rastrellamento e condannato alla pena capitale moriva volgendo il petto al nemico e gridando "Viva l’Italia libera". Sublime esempio di dedizione alla causa della libertà, spinta fino all’estremo sacrificio Val di Lanzo, 7 ottobre 1943, Torino, 12 ottobre 1944.
Giuseppe Mozzoni (1887–1978)
Pittore e affreschista, si formò a Brera dopo aver vinto il Premio Lorandi. La sua opera, diffusa in tutta Italia, si distingue per la chiarezza narrativa e l’eleganza compositiva. L’opera dell’artista è stata ricordata nel 1992 con una grande mostra antologica. Il comune di Brescia, città in cui risedette per anni, lo ha ricordato con la titolazione di una via.
Giuseppe Peruchetti (1907–1995)
Calciatore e allenatore, fu noto soprattutto come portiere dell’Ambrosiana-Inter e della Reggina. Partecipò attivamente alla Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale.
Lazzarino Cominazzo
Appartenente alla celebre famiglia di armaioli attiva tra il XVII e il XIX secolo. Le canne d’arma firmate “Lazarino Cominazzo” erano rinomate in tutta Europa per la loro qualità.
Padre Antonio Beccalossi (1739–1795)
Religioso dell’Oratorio di San Filippo Neri, rientrò a Gardone per motivi di salute e contribuì all’abbellimento del Santuario di San Rocco, di cui fu primicerio. Si dedica quindi alla predicazione che lo impegnerà per tutta la vita in molte città italiane ed estere. A Roma, il papa Pio VI, dopo essersi complimentato con lui per l’efficace ed indefessa azione pastorale, lo nominerà Predicatore apostolico. La sua fama assurgerà ad altissimi livelli nonostante le difficoltà dei viaggi e della divulgazione delle notizie. Alla morte, la sua figura sarà ricordata con numerose pubblicazioni e con un busto marmoreo conservato nella chiesa parrocchiale di Gardone.