Le origini e la famiglia Mutti

Le origini e la famiglia Mutti

La storia della famiglia Mutti Bernardelli e della nascita di Villa Mutti Bernardelli affonda le radici in un periodo che si intreccia con l’evoluzione sociale ed economica della valle. La villa è stata costruita come residenza di campagna dalla famiglia Mutti, una delle più importanti dinastie imprenditoriali della zona.

Le origini della famiglia Mutti risalgono al XVII secolo, quando i membri della famiglia cominciarono a stabilirsi e a consolidarsi come figure prominenti nella Val Trompia. La loro storia è strettamente legata all'evoluzione industriale della zona, in particolare all'estrazione mineraria e alla lavorazione del ferro, che hanno rappresentato il cuore pulsante dell'economia locale.

Fin dai primi anni della loro presenza in valle, i Mutti si distinsero per la loro capacità imprenditoriale e il loro impegno nella gestione delle risorse minerarie, che divennero il fulcro della loro fortuna. Con il passare dei decenni, la famiglia Mutti ampliò la propria influenza, estendendo la propria attività non solo nell'estrazione di minerali, ma anche nella trasformazione industriale dei metalli. La Val Trompia, con le sue ricche risorse minerarie, divenne il terreno fertile per lo sviluppo di una serie di attività produttive, tra cui le fucine, le officine e le fonderie, che permisero alla famiglia Mutti di affermarsi come una delle principali dinastie industriali della zona. Nel corso dei secoli, i Mutti si radicarono saldamente nel tessuto sociale ed economico della Val Trompia.

Non solo imprenditori di successo, ma anche mecenati e sostenitori della comunità, i membri della famiglia si fecero conoscere per il loro impegno nel promuovere lo sviluppo del territorio. Attraverso investimenti nelle infrastrutture, nell'educazione e nelle attività culturali, i Mutti contribuirono in maniera significativa alla crescita della regione, cementando il loro ruolo di leader locali. Nel XVIII secolo, con il consolidamento della loro ricchezza e il crescente prestigio sociale, i Mutti decisero di costruire la villa che ancora oggi porta il loro nome. La villa Mutti Bernardelli rappresenta non solo il coronamento di un successo imprenditoriale, ma anche il desiderio della famiglia di lasciare un segno tangibile della propria influenza culturale ed economica sulla comunità. La sua costruzione rifletteva il progresso e l'eleganza raggiunti dalla famiglia, che con il tempo si era affermata come una delle principali forze motrici della Val Trompia.

La villa: un simbolo di prestigio e cultura

La villa, edificata nel XVIII secolo, si inserisce in un contesto di grande sviluppo industriale che caratterizzò la valle in quel periodo. La costruzione della villa rifletteva non solo lo status sociale della famiglia, ma anche la loro capacità di innovare e di adattarsi ai cambiamenti economici e culturali dell'epoca.

Originariamente appartenuta alla potente famiglia Avogadro, la villa Mutti-Bernardelli è uno degli esempi più interessanti di abitazione privata presenti a Gardone. La villa, disposta a "L" e circondata da un muro di recinzione che abbraccia il giardino (oggi meno vasto rispetto all'inizio), rappresenta una realizzazione quattrocentesca, con un'evoluzione architettonica che arriva fino al XIX secolo.

All'ingresso, un ampio cortile accoglie i visitatori, arricchito da due fontane, una delle quali, risalente al 1600, mostra il volto di Bacco. Il loggiato ad archi ribassati, anch'esso risalente a quel periodo, si affaccia verso il Mella. L'ingresso principale è maestoso e a volta, probabilmente un tempo decorato. Sulla sinistra dell’arco si trovano le vecchie stalle, oggi usate come deposito esterno della biblioteca "C. Filippini", che si trova all'interno della villa insieme al Museo delle Armi e della Tradizione Armiera.

La facciata della villa mostra una certa asimmetria, attenuata dalla presenza del loggiato che armonizza le linee architettoniche, creando un’interruzione visiva che chiude lo sguardo. Il loggiato, decorato molteplici volte in base ai gusti dei proprietari, rappresenta uno spazio di transizione tra il mondo esterno e quello interno. I motti sopra le porte, in alcuni casi ormai illeggibili, si focalizzano sul tema della solitudine e sull’otium che si viveva in questo luogo.

L’ingresso alla villa è caratterizzato da un’ampia sala, che presenta un camino in marmo nero con lo stemma dei Mutti e la data “1749”. Le volte a vela risalgono probabilmente al ‘400. Lo stesso modulo architettonico si ritrova nella sala adiacente, arricchita da un camino decorato con piccoli uccellini su un ramo. In questo ambiente, nascosto dalla boiserie, si trova anche un pozzo. Il lunettone sopra il camino è opera di Giovanni Battista Mozzoni (1894-1986), pittore gardonese, che utilizza uno stile che richiama il liberty.

Da una porta in fondo alla sala, è possibile visitare l’antica cappella della villa. Qui, murata nella parete, rimane una delicata Madonna con Bambino del ‘500, scolpita da un artista che richiama lo stile della scuola di Donatello. Sotto l’opera, l'autore sconosciuto ha rappresentato il volto di un alto prelato, probabilmente imparentato con la famiglia Avogadro.

Accanto alla cappella si trova la "Sala rossa", uno degli spazi più misteriosi della villa. Il soffitto ligneo della sala è decorato con simboli che richiamano la Val Trompia e altri di natura astrologica, come lo scorpione.

Proseguendo, si accede alla "Sala delle 4 stagioni", un ambiente in stile neoclassico. Questo spazio, restaurato di recente, è caratterizzato da un perfetto sistema di voltature che facilita l’acustica per la musica che veniva suonata per gli ospiti di riguardo. Durante i restauri sono emersi lacerti dell'originale decorazione cinquecentesca.

Al primo piano, altre sale decorate offrono scorci affascinanti, ma è al terzo piano che l'intervento umano ha maggiormente modificato gli ambienti nel corso del tempo.

Non dimenticare di visitare anche il sottotetto ligneo della villa, un tempo utilizzato dalla servitù e legato ai lavori di allevamento dei bachi da seta.

La villa, con la sua architettura imponente e i giardini che circondano la proprietà, fu un simbolo di prestigio per la famiglia. Si trovava al centro di una grande tenuta agricola e, nel corso del tempo, divenne non solo una residenza privata, ma anche un luogo di incontro per le élite locali e un punto di riferimento culturale e sociale. La costruzione, con il suo stile elegante e le decorazioni interne ricercate, è un esempio tangibile del legame tra il mondo rurale e quello industriale che ha caratterizzato la storia della Val Trompia.

Oggi, Villa Mutti Bernardelli continua a testimoniare la grandezza di una famiglia che ha saputo coniugare l’industria con la bellezza e la cultura, lasciando un segno indelebile nel panorama storico e architettonico di Gardone Val Trompia.