Palazzo Chinelli-Rampinelli
Il 1735 segna un momento importante per Gardone: il Cardinale di Brescia, Angelo Maria Querina, durante una visita pastorale, viene ospitato nel Palazzo Chinelli. Questo evento rappresenta probabilmente la prima attestazione storica del palazzo, che in seguito, per ragioni legate alle alleanze matrimoniali, sarà conosciuto come Chinelli Rampinelli.
Architettura tra eleganza e simbolismo
Attribuita a un anonimo architetto legato all’ambiente bresciano, la costruzione si sviluppa su una pianta a L, con un ampio atrio e una fontana monumentale che introducono all’edificio, racchiuso da un muro di cinta. Elementi come le finestre ornate da fregi a conchiglia, un portico a due arcate, e una loggetta accessibile tramite uno scalone in marmo, conferiscono al palazzo una facciata elegante e ben studiata. Sulla volta della loggia spicca un medaglione con Poseidone, a sottolineare l’impronta decorativa dell’insieme.
Un centro civico tra arte e memoria
Alla sinistra della loggetta si apre il Salone principale, oggi sede del Consiglio Comunale, affrescato nel 1937 da Giuseppe Mozzoni. Il tema scelto – la fucina di Vulcano – celebra una delle attività più rappresentative della storia gardonese: il lavoro del ferro. Sempre dello stesso autore, nello studio del Sindaco, si trova l’opera "La caccia di Diana", esempio di raffigurazione mitologica che impreziosisce gli ambienti istituzionali.
A testimonianza dell’attenzione alla conservazione del patrimonio locale, il palazzo custodisce anche alcune tele provenienti dalla frazione di Magno, trasferite qui per garantirne una migliore tutela. Questo legame con il territorio rende il palazzo non solo sede del potere civico, ma anche uno scrigno di memoria storica e artistica.
3 motivi per una visita:
- La facciata nobile;
- Il loggiato settecentesco;
- Le opere d’arte conservate.
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