Dalle signorie all’età napoleonica
Sotto la signoria di Pandolfo Malatesta (1404-1421), che interrompe il dominio dei Visconti, Gardone si distingue per lo sfruttamento delle miniere di ferro, lavorato poi nelle fucine lungo il Mella.
Tuttavia, dopo un breve periodo di prosperità, il potere torna ai Visconti, mal tollerati dalla popolazione, seguiti dalla dominazione della Serenissima Repubblica di Venezia (1426-1797).
Terminati gli episodi bellici, i dogi favoriscono coloro che hanno sostenuto l’avanzata veneziana di terraferma, concedendo svariate esenzioni. Tra queste per Gardone, particolare importanza ha quella degli "archibusari". È probabile che la dedica della parrocchiale di Gardone a San Marco, protettore della Repubblica, derivi da questa riconoscenza.
La produzione di armi, fiore all’occhiello di Gardone, era indissolubilmente legata alle fortune militari della Serenissima; in periodo di conquista militare le richieste di canne aumentavano esponenzialmente, mentre
stagnavano in periodo di pace. Venezia gestì in maniera protezionistica l’economia della produzione armiera, cercando di tutelare soprattutto i propri interessi militari, ma non permettendo lo sviluppo di nuovi mercati. A lungo andare, perciò, si arrivò a una crisi marcata del settore artigianale. Molti gardonesi decisero allora di emigrare, portando con sé le proprie competenze e importando le nuove idee protestanti (anabattiste) che finirono per scatenare la reazione dell’Inquisizione Veneta.
In ogni caso, con alterne vicende anche economiche, il dominio veneto continua, interrotto solo da una breve parentesi francese, fino al XVIII secolo.Con l’arrivo di Napoleone, Gardone si trasforma nel capoluogo del Cantone del Mella, rilanciando con entusiasmo la sua storica produzione di armi. Tuttavia, l’epoca napoleonica dura poco (1796-1815) e Gardone sotto l’Impero Asburgico, diventa capoluogo di distretto e sede di Pretura (1815-1866).
Il legame con l’Austria, però, è teso: quando le città iniziano a insorgere, i gardonesi non si tirano indietro e offrono il loro supporto alla resistenza, con uomini ed armi. Le famose 10 giornate di Brescia (23 marzo - 1 aprile 1849), concluse in tragedia, segnano un definitivo distacco dall’Impero austriaco.