Dalle origini alla romanizzazione

Dalle origini alla romanizzazione

Le prime testimonianze di insediamenti umani nel territorio di Gardone Val Trompia risalgono al Neolitico, tra l’8000 e il 1000 a.C., quando gruppi di cacciatori si spingevano fino alle alte montagne per sfruttare risorse stagionali e commerciare selce e utensili.

La ricerca archeologica, pur basata su ritrovamenti sporadici, ha restituito preziosi reperti: una paalstab (ascia dell’età del bronzo), selci scheggiate ritrovate in Val Cavrera e picchi di calcare in arenaria.

Della popolazione trumplina si hanno poche tracce, a differenza di quanto avviene in Val Camonica. Attorno al 400 a.C., i Celti invasero la Pianura Padana e le Valli bresciane, trovando la resistenza delle popolazioni autoctone, tra cui i Trumplini. Nel 15 d.C., le legioni romane guidate da Druso sconfissero queste tribù, come attestato dal Cippo di La Turbie, che cita i Trumplini tra i vinti. Seguirono deportazioni e schiavitù, con la valle trasformata in riserva di forza lavoro per il demanio imperiale.

Nonostante ciò, la dominazione romana portò sviluppo economico e rispetto per i culti locali. L’attività mineraria riprese vigore e numerosi giovani furono arruolati nelle legioni. Tra le opere più significative del periodo, l’acquedotto che da Lumezzane portava l’acqua a Brescia per 25 km. La romanizzazione si estese anche all’alta valle, con importanti ritrovamenti nel territorio gardonese: un bronzetto di stile ellenistico raffigurante Giove (oggi conservato al Museo Romano), corredi funerari e iscrizioni votive dedicate a divinità come Mercurio, Minerva, Tullino, il Genio del Popolo e le Ninfe, testimonianze di una religiosità locale che sopravvisse anche dopo la conquista romana.