Chiesa di San Carlo Borromeo
Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, passò da Gardone nel 1580. A lui si votarono i gardonesi nel corso della peste del 1629-1631 e già nel 1634 vennero gettate le fondamenta per la costruzione di un luogo sacro a lui dedicato.
Nel 1634 fuono gettate le fondamenta per la sua costruzione la quale si concluse verso la fine del XVII secolo e, in seguito, subì un importante ampliamento con l’edificazione della cappella di San Gaetano.
Nel 1773, la piccola cupola del presbiterio fu affrescata da Pietro Scalvini, artista bresciano noto per la sua delicatezza cromatica. A Giuseppe Trainini si devono invece i medaglioni decorativi della navata, completati nel 1919, che arricchiscono ulteriormente l’interno.
All’esterno, sopra il portone d’ingresso, campeggia lo stemma di San Carlo Borromeo, sormontato dal suo celebre motto: “Humilitas”.
Interni votivi
All’interno, spicca una pala di grande rilievo: l’opera di Francesco Paglia, realizzata entro il 1690 e posta nel presbiterio, arricchita dalla soasa lignea del 1692. L’altare della cappella laterale dedicata a San Gaetano ospita invece una tela firmata da Bernardo Podavini (1755), in cui, oltre al santo titolare, sono raffigurati San Filippo Neri, Sant’Andrea Avellino e San Luigi Gonzaga, in una composizione di intensa spiritualità.
Un elemento distintivo del complesso è il campanile, unico nel panorama gardonese: sormontato da una cupola di gusto orientaleggiante, reca la data del 1706, segno della sua realizzazione in un’epoca di influenze architettoniche composite e affascinanti.
3 motivi per una visita:
- La pala d’altare di Francesco Paglia;
- Il campanile “orientaleggiante”;
- La cupola di Scalvini.
Modalità di accesso: libero e gratuito.