Santuario di San Bartolomeo

Santuario di San Bartolomeo

Tra il 1743 ed il 1742 Domenico Fiorenza, un capomastro locale, riedifica quello che oggi è il Santuario di San Bartolomeo.

Tra il 1742 e il 1743, il capomastro locale Domenico Fiorenza ricostruì l’antico edificio che oggi conosciamo come Santuario di San Bartolomeo. La sua posizione elevata non è casuale: secondo la tradizione, il luogo ospitava in passato un eremo benedettino, attratto dalla solitudine e dalla spiritualità che il sito sapeva offrire.

Santurario e devozione popolare

Dell’antico oratorio sopravvive con ogni probabilità l’attuale sacrestia, alla quale venne successivamente annessa la nuova cappella maggiore, cuore architettonico del santuario. La devozione verso San Bartolomeo crebbe in particolare nel 1885, quando gli abitanti di Magno, scampati a un’epidemia di colera, stabilirono che il giorno dedicato al santo divenisse festa di precetto.

Tra le opere più significative un tempo custodite all’interno del santuario figura la pala dell’altare maggiore, realizzata da Francesco Paglia nel 1741. Per ragioni conservative, oggi si trova presso il palazzo comunale di Gardone, insieme ad altre opere di valore.

Il santuario conserva comunque un pregevole ciclo decorativo: tra gli affreschi più importanti spiccano quelli di Pietro Scalvini, datati 1742, che raffigurano “Il martirio di Santa Panacea”, il “Miracolo di Sant’Isidoro”, e, sulla parete sinistra della navata, una delicata “Immacolata Concezione”, sempre dello stesso autore.

 

3 motivi per una visita: 

  • La straordinaria vista sulla Valle; 
  • Le opere di Scalvini; 
  • Un esempio del settecento gardonese.